IL MINIVILLAGGIO TERRE DI CAANTEA HA COLORI E PROFUMI DI UN'OASI PARADISIACA, IMMERSO NEL VERDE DEL CUORE DELLA PUGLIA, TRA FILARI DI ALBERI DA FRUTTO, CESPUGLI DI FIORI SELVATICI E TANTE VARIETÀ DI ERBE AROMATICHE.
LA NATURA NON FA NULLA DI INUTILE. SCOPRILO PRESSO TERRE DI CAANTHEA.
Immerse nella splendente natura e nella quiete della Murgia, ‘’ Terre di Caanthea’’ nasce dalla volontà di due giovani donne - le sorelle Maria Teresa e Candida Colucci, di preservare e ricostituire, di contro alla frenesia dell'attuale società, un patrimonio naturalistico e paesaggistico inimitabile e sorprendente.
Grazie a cure attente e costanti dell’ambiente circostante, le mini ville di Terre di Caanthea si mostrano ai visitatori armoniose e lussureggianti, incastonate nel verde della folta vegetazione, nel rosso della terra e nel bianco dei muretti a secco della Azienda Agricola Apuliense: un’Azienda ricca di uliveti, vigneti, frutteti specializzati, cespugli di rose e ciuffi di orchidee selvatiche , tante varietà di fiori spontanei ed erbe aromatiche, piccole macchie boschive e una grande quercia secolare, tutti amorosamente curati! Una distesa di terra dai colori brillanti e vivaci, in cui è possibile ascoltare il canto della natura, assaporare i profumi del Mediterraneo e perdersi in un infinito orizzonte fatto di distese di verde e di azzurro.
Questo è parte del fascino di Terre di Caanthea: dolce ricordo che ci si porta nel cuore dopo averne calpestato le pietre.
LA STORIA
L’agriturismo Terre di Caanthea sorge, nel cuore della bassa Murgia, in un appezzamento soprannominato ‘’Pozzo la Chianca’’ che dista circa 3 km dal paese di Castellana Grotte ed è adiacente alla S. P. Castellana-Alberobello.
E’ la porzione orientale di un'antica ed estesa masseria fortificata - La Masseriola - appartenente alla nobile famiglia dell’Erba sin dalla fine del ‘700.
Rimasti indivisi fino al secolo scorso, nel 1976 i fondi della Masseriola, sono stati frazionati e suddivisi fra vari eredi della famiglia dell’Erba. L’appezzamento di ‘’Pozzo la chianca’’, ricco di 24 ‘’torrette’’ (piccole e antiche abitazioni rurali) e di ben 13 cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, era adibito, probabilmente ad ospitare pastori e greggi all’epoca della transumanza. Il suo nome deriva da un ampio pozzo ‘’a campana’’ (m 22 x 20), scavato a mano nella seconda metà del XVIII° secolo, denominato ‘’Pozzo La Chianca’’, dal nome dialettale dei grossi massi di pietra squadrata, regolarmente sovrapposti fra loro a secco, che ne delimitano l’ingresso esterno.
Il pozzo della chianca era fonte pressoché inesauribile di acqua fino agli anni ’60 per tutti gli abitanti del circondario (uomini e bestiame) negli anni particolarmente siccitosi
Trasformato e successivamente coltivato a vigna fino agli anni ‘70 del secolo scorso, il terreno di Pozzo La Chianca ha vissuto un periodo di totale abbandono e degrado, con numerosi ettari di terra incolti e le tante torrette ridotte a veri e propri scheletri di pietra, con il tetto e le mura lesionati.
Divenuta proprietà dei coniugi Colucci - dell’Erba, medici appassionati della natura e del mondo agricolo, Pozzo La Chianca è oggi un territorio ordinato e lussureggiante, completamente recintato e curato, patrimonio naturalistico e paesaggistico inimitabile e sorprendente.
L’agriturismo ‘’Terre di Caanthea’’, grazie ai sacrifici e alla caparbietà dei coniugi Colucci - dell’Erba e delle loro figlie Antonella, Thea e Candida, è la rinascita del villaggio degli antichi pastori transumanti
Il nome ‘’Terre di Caanthea’’, dato all’agriturismo, nasce dalla fusione dei nomi Candida, Antonella e Thea Colucci
LA FILOSOFIA
La Società Agricola Apuliense nasce da un progetto di recupero del patrimonio paesaggistico e naturalistico di Pozzo La Chianca, territorio dove attualmente sorge Terre di Caanthea.
Thea e Candida Colucci, hanno dato vita a Terre di Caanthea con l’ausilio della sorella sorella Antonella e della madre Laura Dell'Erba, medico con una particolare passione per la storia dell’ulivo e dell’olio.
Obiettivo comune è la realizzazione di una azienda agricola nei terreni appartenenti da molte generazioni alla famiglia materna, in modo da crearne un’oasi ove, accanto al rispetto della natura e alla ricerca della tradizione della civiltà agricola della pietra, si sperimentino nuove tecniche e colture.
Grazie all’amore e il rispetto nutrito dalla società agricola Apuliense nei confronti dell’ambiente e della natura, sono state salvaguardate macchie di querce e spazi per la crescita spontanea di fiori selvatici (come narcisi, orchidee, ciclamini, scisto, rose canine) e la coltivazione è di tipo esclusivamente integrato con l’ausilio di concimi naturali (letame maturo, pollino e leguminose non eduli).
Un impegno costante e rigido, quello degli ideatori di Apuliense, profuso con amore e attenzione nella coltura e nella cura del terreno affinché i prodotti ottenuti - olio, vino, frutta e verdure - siano sempre di eccellente qualità.