La storia di Apuliense e la nascita di Caanthea
La Società agricola Apuliense prende nome da una
piccola rara moneta medioevale d'argento denominata “Apuliense”, coniata dal re
normanno Guglielmo II a testimonianza della nobiltà della “Apulia” e della
ricchezza delle sue terre. Guglielmo II° non ebbe eredi maschi da
celebrare, pertanto sul dritto della moneta al posto delle figure del Re e del Duca, compare una palma, considerata nel medioevo l'albero della vita poiché, pur non chiedendo nulla per il suo sostentamento (cresce nell'aridità del deserto), offre dolci frutti altamente nutritivi.
La palma circondata dalla scritta "Apuliensis", diviene simbolo, quindi, del fondamentale apporto dell'agricoltura per la vita dell'uomo e testimonianza dell'ammirazione del sovrano per la feracità della Apulia, terra che il re ha voluto celebrare alla pari di un erede al trono.
La Società Agricola Apuliense è un'azienda giovane
tuttora in via di sviluppo, nata nel 2004 dall’idea di due giovani donne, le
sorelle Maria Teresa e Candida Colucci, rispettivamente chef con la passione
per la cucina tradizionale pugliese e dottore in chimica.
Il progetto di Thea e Candida, che nella loro avventura hanno coinvolto la sorella Antonella, interprete poliglotta, e la madre Laura dell'Erba, medico e appassionata botanica, è quello di realizzare un’oasi “agricola” nel pieno rispetto per l’ambiente e la natura.
Zona di pascolo per
la transumanza, ricca di lecci, fragni, roverelle, costellata da 24 ‘’torrette’’ di differenti
dimensioni(tipiche abitazioni povere della campagna castellanese) e da 13 cisterne per la raccolta dell’acqua piovana,
il terreno di Pozzo La Chianca ha conosciuto per alcuni lustri un lento e
continuo degrado, con alcune zone lasciate via via completamente incolte o
abbandonate.
Divenuta proprietà dei coniugi Colucci-dell’Erba, “Pozzo La Chianca”, suolo dove sorge attualmente Terre di Caanthea, sta conoscendo una nuova vita: oggi appare un giardino ordinato e pieno di vita, completamente recintato.
Tutto è stato ripulito e vivificato con grande rispetto per l’ambiente, per le piante spontanee e per gli animali selvatici.
Grazie ai sacrifici e alla caparbietà dei coniugi Colucci - Dell’Erba e delle loro figlie Antonella, Thea e Candida, sono state recuperate parte delle numerose ‘’torrette’’ di pietra viva, per renderle fruibili a chiunque abbia voglia di soggiornarvi, sperimentando la serenità di un mondo privo di frastuoni e ritmi cittadini, dove l’aria è balsamica ed il cibo è semplice e sano.
Terre di Caanthea: un soggiorno immerso nel verde
Terre di Caanthea nasce dall’intento di due sorelle, Thea e Candida Colucci, di preservare e contrapporre ai ritmi frenetici della odierna società un patrimonio naturalistico e paesaggistico inimitabile, sostenuto dalle competenze e dalla passione, di una coppia di medici, per la natura e l’agricoltura, passione fortemente sentita nella loro lunga attività professionale e in ogni dissertazione che i coniugi intrattengono con grande piacere con gli ospiti della tenuta.
Chiunque si soffermi nel fondo della Azienda Agricola Apuliense, ove sono distribuite le miniville delle Terre di Caanthea, rimane estasiato per la varietà dei frutti e per l’immensità del territorio: in circa 30 ettari vi sono oltre 3 ettari di uliveti irrigati, riservati a cultura specializzata del cultivar FS 17 e di olive da tavola, mentre i cultivar autoctoni (oliastro, cima di Bitonto, simone, coratina…) sono sparsi per circa 5 ettari in cultura promiscua con mandorli e ciliegi. Circa 17-18 ettari di terra sono adibiti a frutteti specializzati (ciliegie, amarene, percoche, albicocche, susine, pesche, pere, fichi, fichi d'India) con predilezione per le varietà tardive e, ancora, 3,5 ettari sono stati utilizzati per impianti di uva da vino delle qualità "Primitivo di Gioia" e di due qualità poco comuni di "aglianico": l’Aglianicone e l’Aglianico dei Borbone o di Somma vesuvuana, giunti circa 120 anni or sono in Puglia dalle terre del Cilento.
Sparse nei fondi, che nel secolo scorso erano un grande vigneto, sono tuttora presenti ed amorevolmente curate alcune antiche varietà di viti di uva da tavola,, come la bionda "Sanginella" e la "Susumaniella" rosata.
Vengono, inoltre, coltivati vari ortaggi e soprattutto le leguminose (fave, piselli e fagiolini) che, grazie all’alto contenuto di azoto, contribuiscono ad una naturale concimazione del terreno.
Soggiornare presso Terre di Caanthea significa godere dei doni diretti della natura, dall’aria pulita all’immensa varietà dei suoi colori, dalla pace dello spirito alla soddisfazione della gola nell’assaporare la frutta appena colta.